La halite (dal greco άλς = sale e λίθος = pietra.), detto anche salgemma (nome composto da sale- e -gemma per il suo aspetto cristallino) è un minerale fatto di cloruro di sodio, che appartiene al gruppo omonimo.
Fu descritta per la prima volta da Ernst Friedrich Glocker (1793 - 1858), mineralogista e geologo stratigrafico tedesco, nel 1847.
NaCl
CLASSE MINERALOGICA: alogenuro
GRUPPO: monometrico
SISTEMA: cubico (gruppo spaziale: Fm3m)
ABITO: cubico se ha fessure dove crescere, altrimenti si trova sotto forma massiccia o
granulare
DUREZZA: 2,5
PESO SPECIFICO: 2,1-2,2
INDICE DI RIFRAZIONE: n=1,544 (monorifrangente)
COLORE: incolore, grigio, raramente rossastro o bluastro
LUCENTEZZA: da vitrea a opaca
TRASPARENZA: trasparente
SFALDATURA: cubica perfetta
STRISCIO: polvere incolore
FRATTURA: concoide
GENESI: è sedimentaria di tipo evaporitico, in quanto vi è cristallizzazione per evaporazione del
solvente. Salgemma si estrae sia da tali giacimenti che dall'acqua di mare
PLEOCROISMO: assente
GIACIMENTI: i principali produttori di sale sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania, la Siberia. Famosi sono
anche i giacimenti dell'Austria e della Polonia; curiose cristallizzazioni si trovano anche in prossimità di laghi salati (Mar Morto et al.)
CENNI STORICI: il sale è indispensabile all'uomo per questo già nella preistoria il commercio del sale aveva un'enorme
importanza; fu menzionato in molti opere greche e latine, gli furono dedicate strade (la Salaria era una importante via per il commercio). Nonostante la grande importanza ed interesse del sale, la
composizione chimica fu stabilita solo nel 1810 da H. Davy
ALTRE CARATTERISTICHE ED UTILIZZO: è salato al gusto, i cristalli possono arrivare fino a 30 cm. Viene usato come sale da
cucina, nella chimica, nella preparazione dei saponi, come antigelo e nel campo dell'ottica
COMMENTO: si riconosce facilmente grazie all'abito, alla sfaldatura e al gusto che è quello tipico del sale da cucina (ma bisogna fare attenzione perchè anche il sudore è salato e quindi qualsiasi minerale toccato da una mano sudata può risultare salato)
Si presenta in cristalli cubici, più raramente ottaedrici, scheletrici e geminati, aggregati granulari o fibrosi, in croste e in stalattiti. Caratteristiche sono le forme a tramoggia di alcuni cristalli cubici, in cui gli spigoli sono cresciuti più in fretta del centro delle facce. Tipica fra tutte è la colorazione azzurra o violetta talora anche assai scura di alcuni esemplari. Questa colorazione è in generale da ascriversi a difetti del reticolo cristallino, probabilmente indotti dalla radioattività, come il colore viola nerastro di alcune fluoriti. Mentre però le fluoriti sono a stretto contatto con minerali di uranio (pechblenda), e ciò spiegherebbe la radioattività, nel caso dell'halite la spiegazione è più complessa: sembrerebbe che essa sia opera del potassio, che contiene l'isotopo 40K leggermente radioattivo ed è spesso presente nei minerali (silvite e carnallite) che accompagnano l'halite. Per la maggior parte dei cristallografi si tratta tuttavia di difetti reticolari causati dalla rapidità della crescita.
Si trova principalmente sotto forma di banchi estesi formati dall'evaporazione di masse d'acqua salata (antichi laghi salati o mari); questi banchi si trovano inclusi nelle rocce di tutte le età geologiche e il loro spessore può variare da poche decine di centimetri a svariate centinaia di metri.
Spesso le rocce che lo racchiudono sono argillose, ma compatte, e pertanto praticamente impermeabili all'acqua: questo permette la conservazione del minerale, altrimenti diluito da acque sotterranee. In questi giacimenti si presenta comunemente associato a gesso, kainite, carnallite, silvite, anidrite, polialite e kieserite.
Meno importanti sono i giacimenti superficiali e intermediari, formatisi per evaporazione di laghi salati recenti, dove l'halite spesso forma una crosta compatta che ricopre le acque salmastre.
La si osserva anche, in piccole quantità, come prodotto di attività vulcaniche.
Ha sapore salato. È solubile in acqua, piuttosto insolubile in etanolo. Crepita al cannello e colora la fiamma di color giallo vivo. Poiché è leggermente igroscopico, è preferibile conservarlo in luogo fresco e chiuso.
FONTE: www.wikipedia.org, http://www.minerali.it
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